domenica 8 marzo 2009

into the wild

come sognano di morire le persone?
nel sonno, o ammazzate, o cadendo da altezze infinite.

si muore anche guardando il sole tra le nuvole, in un bosco, soli, dopo aver capito tutto.
into the wild, di sean penn.

sean penn è bravo di una bravura un po' antipatica, didascalica.
il film è bellissimo, soprattutto al di là della storia, vera, e della sua realizzazione.
il ragazzino ventenne "con la testa sulle spalle" è fin troppo maturo (dispensa consigli di vita un po' a tutti quanti, si permette di disdegnare le attenzioni di una sedicenne). non mi è piaciuto l'attore protagonista, emile hirsch. sarà questione di faccia. non mi è sembrata all'altezza la sceneggiatura. per dirne una:"se vuoi una cosa, prendila" si poteva evitare. rovina non poco la delicata costruzione.

anche qui il coraggio, il cammino, come in quel capolavoro immenso che è the straight story, di david lynch.

qui il merito è ricordare che nessuna esperienza equivale a un bosco, a un torrente, a una cascata, a una montagna. nessuna degna esistenza può essere lontana dalla natura, da thoreau a tolstoj.

il ragazzo uccide un'alce ma non riesce a conservarne la carne. è la sua più grande tragedia.

nota:
il problema dei vegetariani è che pensano di essere più evoluti dei non vegetariani in quanto non ammazzano animali. pensano, i vegetariani, di essere antropologicamente superiori. ma hanno torto. uccidere un animale per mangiarselo non è gesto barbaro. è sano, giusto, e naturale. barbara è la sua industrializzazione, così come barbara è stata l'adozione del denaro in luogo del baratto.

vorrei smettere di avere paura.
e andare.

4 commenti:

SiG ha detto...

Rimane uno dei film più belli mai visti. Per me è ben recitato, la sceneggiatura è ben costruita e la colonna sonora di Vedder é magistrale. Negli ultimi due o tre anni ho visto pochi film all'altezza...

Anonimo ha detto...

Sulla necessità del contatto diretto con la natura da parte dell'essere umano, richiamo il mio ultimo commento al post Milano...

Anonimo ha detto...

a me il film sembra banale così come i commenti che leggo su questo blog, una vera famiglia satanica. E poi rileggendo il post milano di menciu56 devo dire che "morti dentro" sarete voi...la vita è bella come dice benigni. Forse guardate troppa televisione o vi fate troppe elucubrazioni mentali.

Menciu56 ha detto...

Mi fa piacere, Gianni S., che tu non sia morto dentro (come non lo sono io del resto)e che guardi poca televisione. Anch'io credo che la vita sia bella... E' che la maggior parte della gente non se ne rende conto perché non riesce a vivere in modo autentico, non riesce più a "stupirsi"... e, come diceva Einstein, "chi non è più in grado di provare né stupore né sorpresa, è per così dire morto; i suoi occhi sono spenti".
Forse è davvero tutta colpa della TV, che oggi si può ben definire "l'oppio dei popoli".