mercoledì 30 settembre 2009

stracult - o la filosofia perenne

"Dio mi conceda la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare quelle che posso,
e la saggezza di comprendere sempre
la differenza."


Questa bella invocazione (stralcio) che ho trovato nel bellissimo, struggente Mattatoio n. 5, il quale finalmente ho letto dopo anni in cui ci siamo annusati senza unirci, l'ho vista attribuire a:

Pastore Friedrich Cristoph (senza cognome)- 1782
Tommaso Moro
Reinhold Niebuhr
Michael J. Fox (non scherzo)
Sant'Agostino
I Cherokee (famosa preghiera indiana)
e appunto Kurt Vonnegut stesso.


In effetti, con estrema probabilità, la preghiera è stata effettivamente scritta da un pastore riformista, da un capo indiano, da un cinese del XII secolo, da un eretico, da un attore americano malato di parkinson, da uno studente brufoloso, da un mistico, da un odontoiatra...
Aldous Huxley la chiamò la filosofia perenne. Altri parlarono di immanenza.
La spiegazione è che l'uomo è trascendente e Dio immanente.


Detta preghiera compare come biglietto da visita di numerosi frequentatori abituali di forum, alla stregua di vasco rossi o friedrich nietzsche.
Rossi, Nice e la preghiera appartengono di fatto allo stesso mondo, suscitano le stesse emozioni, sono perfettamente fungibili.

Io posso solo stare zitto.
Qualche anno fa ho pianto perfino rivedendo per la milionesima volta il gol di tardelli nella finale del 1982. E a me della nazionale non me ne frega un cazzo.

2 commenti:

W.B. ha detto...

Lo studente brufoloso è Sant'Agostino?

P.s.: l'ho sentita recitare anche a Leonardo, non lo scienziato/artista, intendo.

cafau ha detto...

sì, a proposito del fatto di accanirsi ancora nello schierare il dentone o se concedere una possibilità a borriello.
Poi borriello si è fatto male e non ha potuto notare la differenza.