sabato 20 marzo 2010

lai dell'insetto che non posso essere

son cose vecchie.

se vai ad ascoltare una chiacchierata in ricordo di roland barthes, troverai la sala piena. e due ore di coda ti aspettano se pensi di andare ad ammirare le opere del grande artista.
bello vedere tutte queste persone che hanno fame di cultura.

la scolarizzazione di massa ha generato, in sintesi, miliardi di orgogliosi consumatori.
quindi, chiudere le scuole.

se si ha voglia di scorrere le classifiche dei 100, mille libri, canzoni, film degli anni 50 60 70 80 90, si scopre che aveva ragione saloth sar
quindi, tornare analfabeti.
piegare la schiena sulla risaia.

bello dirlo davanti alla tastiera, con le unghie pulite e il bicchierino.

la crisi del mondo moderno, quella di evola, era un paradiso.
la crisi del mondo moderno è nelle pagine, per esempio, di vance packard, 1958.

1958

certo, le sceneggiature le scrive, con rispetto parlando, francesco piccolo
i libri li scrive gianrico carofiglio
le canzoni le canta biagio antonacci
il cinema lo fa ferzan ozpetek
e sto citando dei campioni.

ma la misura della crisi è nel livello qualitativo della pubblicità, non della letteratura.

il che lascia una speranza di risalita.

quindi, imparare ad amare la bomba.

in ogni caso, sartre si lavava poco.

a questo proposito, ricordo che mi piace (mi piaceva) leggere quelle pagine dei romanzi russi in cui c'è sempre una bettola sudicia, un gestore ruvido, avventori balordi con il colletto bisunto e il cappotto sdrucito.

un giovane emaciato, febbricitante, una manciata di copechi, e una carrozza al di sopra delle sue possibilità.

martedì 16 marzo 2010

così imparo

- com'è andata oggi a scuola?
- bene
- cosa avete fatto?
- abbiamo studiato le addizioni
- ah bene. cosa fa due più due?
- sei
- e due più uno?
- quattro

così imparo a fare domande odiose.