giovedì 17 novembre 2011

tunditur unda

ma sono stato assalito da uno spettro.
stavo rivedendo alcune scene di La sottile linea rossa e ho pensato e se non ci fosse differenza tra il filmino elettorale del candidato che lo vede porgere il fiore alla bambina e camminare con il pensionato e il film di Malick in cui si sceglie di alternare gli occhi del soldato morente con il sole che si frantuma tra le foglie di un albero?
io lo so che è solo uno stupido spettro, e che gli stupidi spettri fanno pensare e dire cose stupide, però mi ha assalito, il malnato, e, come una ferita lenta a rintuzzarsi, ancora sento il suo bruciore.

martedì 8 novembre 2011

viva il nano!

Io non lo voglio vedere federico rampini, non voglio sentire la sua erre, non voglio sentire che vive a new york e che ha girato tutto il mondo e che ha vissuto sempre all’estero. non voglio sentire fabio fazio, non voglio vedere la sua faccia, la sua cravatta non voglio sentire gad lerner, non voglio vedere le sue giacche non voglio sentire rosi bindi non voglio sentire vendola non voglio sentire bersani non voglio sentire la lega non voglio sentire michele santoro non voglio vedere floris non voglio vedere la sua faccia non voglio sentire travaglio non voglio vedere i suoi capelli la sua bocca non voglio sentire il tg3 non voglio sentire mentana non voglio sentire la gabanelli non voglio sentire crozza. non voglio.

Voglio vedere il nano. Voglio vedere il nano che balla in mezzo alle sue ballerine con le tette gonfie e le gambe lunghe e le scarpe col tacco il nano in mezzo alle sue dodici ballerine sceme e bionde che gli dicono che è unico e bello e intelligente e meraviglioso e stupendo e ballano intorno a lui

Non voglio leggere i giornali non voglio sentire cosa hanno da dire i direttori e i vicedirettori dei giornali non voglio sapere cosa dicono gli intellettuali

Voglio vedere il nano. Il nano col suo doppiopetto goffo, immenso, ridicolo. voglio vedere il nano che canta che balla che balla che canta che ride. Il nano sempre più grasso e sempre più nano e sorridente che si trasforma in una specie di palla tutta blu rotonda e sorridente coi bottoni

Non voglio sentire l’opinione di confindustria non voglio sapere cosa ne pensano i mercati non voglio sapere cosa ne pensano gli studenti non voglio sentire il parere di di pietro non voglio sentire il parere di maroni non voglio sentire il parere di cicchitto non voglio sentire il parere di la russa non voglio sentire il parere di fini

Non voglio sentire trasmissioni di approfondimento politico. voglio solo vedere il nano con le sue donne tutte intorno che battono le mani sorridenti che applaudono tutte contente voglio vedere il milan che solleva la coppa dei campioni

mercoledì 2 novembre 2011

perché non è ostacolata dalla pelle

io sono già stato qua, tu sei già stato qua. qua e là. adesso non mi vedi, ma io ci sono.
tu dici che noi siamo la nostra memoria, eppure la memoria non esiste.
la memoria è un inganno, perché ci fa credere che esista il tempo.
invece io non sono andato via, sono ancora lì, accanto a te.
non ci sono solo le mie ciabattine azzurre, con cui mi sono asciugato i piedi dopo il bagno.
ci sono i miei piedi, dentro le ciabatte, e il mio corpo è ancora appoggiato sul divano.
sto giocando ancora a uncharted 2, sto rotolando sul letto, sto chiudendo il tubetto del dentifricio, sto correndo.
lo so che è difficile crederlo, come è difficile credere a tutte le cose. però è così.
anche i nostri sensi ci ingannano, a volte. a volte ti sembra di sentire la mia voce, o il mio odore. a volte mi chiami e mi fai sorridere perché alzi la voce mentre io ti sento benissimo, sono lì vicino.
i miei atomi sono nella stanza. nella stanza e dappertutto.
stai tranquillo, papà.

estratti/2

ieri sera ero all’aeroporto, seduto in macchina a fumare, e mi è passata accanto una ragazza, anzi due. una aveva un bel culo, l’altra era più alta e portava gli stivali.
come sarebbe.
sarebbe che poi mi capiterebbe, magari, di doverla spogliare, o di vederla mentre si spoglia, e vederla togliersi gli stivali e le calze, e prima o poi di vederle i piedi.
dovrei sentire il suo odore, l’odore della sua pelle, dei suoi capelli, del suo ventre.
mi toccherebbe di doverle dimostrare quanto sono eccitato e contento di essere lì con lei, proprio con lei, dovrei essere calmo e virile come un amatore consumato, sicuro di me, di quello che sto facendo, di quello che stanno facendo le mie mani e il resto di me, sicuro di come e di dove la sto toccando, e allo stesso tempo anche impetuoso, forse un po’ violento, appena appena, quanto basta, oppure delicato, leggero come un’arietta maggiolina. dovrei fare scorrere la mia lingua sul suo corpo, sul collo magari, dietro le orecchie, sull’ombelico, sulla schiena, e poi dovrei anche baciarla non solo sulla bocca.
mi toccherebbe di assistere alla visione di me stesso che compie gesti, dice parole, si muove.
dovrei concentrarmi e lasciarmi andare, distendermi e preoccuparmi.
e poi dovrei rivestirmi.

oggi è il giorno della commemorazione dei defunti.
che cos’è la morte?
quanti esseri viventi muoiono mentre scrivo queste parole?
muoio. sono morto. morirò. morirei.

se mi abbono, posso vincere il nuovo iPad2.