giovedì 10 gennaio 2013

il processo irreversibile


bang.
freddo. poi la cellula, poi, l’uomo.
pietra, bronzo, ferro.
l’agricoltura, poi l’industria.
e poi, bang.

Dio disse: “sia la luce”
e la luce, purtroppo, fu.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Pim, la tua esegesi biblica materialista su luce, vita e opere non mi persuade. Dato che ti confronti con un testo, il Vangelo di Giovanni, almeno va richiamato. Intanto si dice chiaramente che la luce per gli uomini è la vita in Dio e che le tenebre non la compresero. Cosa sono le tenebre per l'uomo? Si legge più avanti nello stesso testo:

"la luce venne nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie.

Poiché: chiunque fa il male odia la luce e non viene alla luce, perché le sue opere non siano smascherate.

Colui invece che fa la verità viene alla luce, perché si riveli che le sue opere sono operate da Dio"(Gv 3, 3-22).

Quindi, il punto centrale del discorso, anche in senso storico-materiale è: nascondersi nell'ineluttabilità di ciò che ci fa esclamare "purtroppo" nel panorama delle azioni umane, non è una buona ricerca della luce. Se invece si coltivasse la speranza di partecipare alla luce, di riconquistare l'innocenza nell'affidamento verso ciò che non può essere afferrato ma solo vissuto, allora la prospettiva cambia. Si può tornare a un'infanzia interiore, rinascere, se lo si vuole, senza bisogno di struggersi guardando l'infanzia per provare ad immaginare qualcosa di bello ma irrimediabilmente lontano da sé (come sembri scrivere nel post seguente).

concludo dicendo: Quanto è difficile ma bello questo confronto con l'inafferrabile dentro di te!

Paolo