venerdì 24 maggio 2013

in qualità di tuo avvocato

in qualità di italiano sono per l'abolizione del cinema italiano e l'affogamento di toni servillo.

martedì 21 maggio 2013

da un altro diario

non lo trovai, né laggiù, né in un altro luogo. non lo trovai, né tantomeno lui trovò me.
non mi ricordo, se di ricordo si può parlare, non so che cosa e perché.
potevano esserci alberi, o fango, o sabbia, o una caverna, o una grotta, o scarpe sporche che non interessano a nessuno.c'era tanta gente, o solo io. c'era caldo e freddo. c'erano tutti i rumori che si possono immaginare, tutti i sentieri, tutte le rughe, tutti i pantaloni, tutto il sangue, tutto il vento, tutto il buio.
non so chi era, non so come accadde. so che lo vidi e che lo sentii.
so che era la sua testa tra le mani, anzi le mani sulla testa, mani paralizzate e disperate, era la sua voce.
erano le due parole che pronunciò, una volta, molte volte.
nella mia, di testa, c'è questo, ed è quello che c'è: un volto senza occhi sprofondato tra le mani, e una voce piccina.
"lasciatemi stare"
"lasciatemi stare".



venerdì 17 maggio 2013

le tre cose più raccapriccianti della settimana

il modo in cui ilda boccassini interpreta la lingua italiana e la funzione di pubblico ministero

il modo in cui bruce springsteen tratta la chitarra

la faccia di andrea agnelli, presidente dalla juventus football club s.p.a.

lunedì 6 maggio 2013

la salvezza è nei gattini

mi fa orrore il presidente della repubblica.
orrore i parlamentari e i ministri.
orrore i programmi della televisione.
orrore le automobili.
orrore l'idea di uscire a prendere un gelato o andare a passeggiare, ovunque.
orrore l'idea di una conversazione.
orrore la città, il colore della città, il suono della città, l'odore della città.
orrore il mio prossimo.
orrore la libreria.
orrore il supermercato.
orrore il tribunale.
orrore la voce delle persone, quello che dicono, come lo dicono. orrore le loro facce.
orrore quello che fanno, quello che pensano.
orrore il lavoro di chiunque.
orrore chiunque parli a un microfono e chiunque ascolti.
orrore le case.
orrore i giornali.
orrore gli adulti.
ho orrore di tutto.
e ho orrore, ancora, certamente, sì, di me stesso.